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Le Amicizie Condizionate: Quando il Dare Diventa una Trappola

Quante volte leggiamo sui social post intrisi di delusione e rimprovero? Frasi che raccontano di tempo, affetto, e attenzione dedicati a una persona che, secondo chi scrive, non ha ricambiato con altrettanto impegno o affetto. “Ho dato tutto a quella persona e guarda come mi ha ripagato,” si legge spesso, seguito da un elenco di presunti torti subiti.

A uno sguardo più attento, possiamo percepire un messaggio nascosto: una velata accusa, un rimprovero sottile che trapela attraverso le parole. È come se quelle frasi, oltre al loro significato letterale, veicolassero un altro messaggio, più profondo, quasi energetico:

  • “Io sono migliore di te.”
  • “Io c’ero per te quando avevi bisogno, e ora tu non ci sei per me.”
  • “Io valgo e tu no.”

Ma cosa si cela davvero dietro queste parole?


Il Mondo Nascosto delle Ferite

Dietro a queste esternazioni c’è molto di più di una semplice delusione: c’è un intero mondo interiore di ferite emotive e copioni di vita che prendono il sopravvento. Questi copioni, costruiti spesso nell’infanzia, ci spingono a confermare continuamente le nostre convinzioni su noi stessi e sugli altri.

Le ferite di rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento e ingiustizia spesso giocano un ruolo chiave. Quando una di queste ferite è ancora aperta, possiamo cadere in schemi ripetitivi. Ad esempio:

  • Se ho paura di essere rifiutato, potrei cercare disperatamente di aiutare gli altri per sentirmi accettato.
  • Se temo l’abbandono, potrei diventare eccessivamente dipendente dagli altri, sperando che il mio dare li leghi a me.
  • Se sento ingiustizia, potrei percepire ogni mancato riconoscimento come una conferma del mio essere poco valorizzato.

Dare e Ricevere: Un Equilibrio Fragile

L’atto di dare è spesso considerato nobile. Tuttavia, quando dare è accompagnato da aspettative non dichiarate, diventa un terreno fertile per malintesi e delusioni.

Questa dinamica emerge in particolare con le persone che possiamo definire “narcisisti attratti dal dramma.” Questi individui tendono a proiettare un’immagine di altruismo e bontà, ma sotto la superficie spesso si nasconde un bisogno di approvazione o di controllo. Danno, sì, ma non in modo incondizionato. La loro attenzione è legata a un desiderio nascosto di ricevere qualcosa in cambio: riconoscimento, gratitudine o, più spesso, una conferma della loro importanza.

Quando questa aspettativa non viene soddisfatta, scatta il meccanismo del rimprovero. Invece di affrontare il disagio interiore, spostano la responsabilità sull’altro, relegandolo nel ruolo del “carnefice” e mettendosi nel ruolo della “vittima.”


I Ruoli di Vittima e Carnefice

Questa dinamica crea un teatro relazionale ben preciso, dove i ruoli si cristallizzano. Chi si sente vittima percepisce sé stesso come buono e giusto, mentre l’altro viene visto come egoista e ingrato. Ma attenzione: questi ruoli non sono fissi. Spesso, il presunto carnefice potrebbe a sua volta sentirsi vittima di aspettative irrealistiche e pressioni emotive.

È importante riconoscere che questi ruoli non sono mai realmente costruttivi. Restare intrappolati in essi porta a relazioni tossiche e a una perpetuazione delle ferite emotive di entrambe le parti.


Il Coraggio di Guardarsi Dentro

Come possiamo uscire da questo schema? La chiave è l’autenticità e l’auto-consapevolezza. Prima di tutto, dobbiamo essere sinceri con noi stessi e chiederci:

  • Sto davvero dando in modo incondizionato, o mi aspetto qualcosa in cambio?
  • Quale bisogno profondo sto cercando di soddisfare attraverso questa relazione?
  • Sono consapevole delle mie ferite e di come influenzano il mio comportamento?

Quando iniziamo a osservare questi schemi con occhi nuovi, possiamo interrompere il ciclo e costruire relazioni più sane. Dare non deve essere un mezzo per colmare i vuoti interiori o per ottenere conferme dall’esterno. Dare, quando è autentico, non ha bisogno di aspettative: è un atto che si completa in sé stesso.


L’Importanza di Discernere

Un altro passo fondamentale è imparare a discernere chi merita davvero il nostro tempo e le nostre energie. Non tutte le persone che incontriamo sono pronte o capaci di ricambiare ciò che offriamo. E va bene così. Ciò non significa che dobbiamo chiuderci agli altri, ma che dobbiamo agire con equilibrio, scegliendo relazioni basate sul rispetto reciproco e sulla trasparenza.


Le relazioni sono un campo complesso, pieno di sfumature e dinamiche sottili. Riconoscere i nostri schemi e prenderci cura delle nostre ferite ci permette di vivere in modo più autentico, senza cadere nella trappola dei ruoli di vittima e carnefice.

Dare è bello, ma solo quando viene dal cuore e non da una ferita. Essere consapevoli di ciò che muove le nostre azioni è il primo passo per costruire legami autentici, liberi da rimproveri e aspettative.

Inizia da te stesso: osserva, impara e trasforma. Solo così potrai vivere relazioni che nutrono davvero la tua anima.